Storia di Nicola: dal DSA e ADHD al successo universitario
- Dott.ssa Valentina Silvestri

- 22 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Nicola
L’inizio del percorso
Nicola ha 15 anni quando arriva da me. Ha ripetuto un anno scolastico e ha deciso di cambiare scuola. L’obiettivo è prepararsi nelle materie scolastiche oggetto di esame. Mi colpisce subito: è educato, simpatico, con una luminosa autoironia che fa ridere chiunque lo ascolti.
Dietro l’ironia
Eppure, dietro quel modo di scherzare su se stesso, si nasconde un velo di insicurezza. Nicola ha una certificazione di DSA misto e ADHD lieve: dislessia, difficoltà nella scrittura, lentezza, difficoltà di concentrazione e memorizzazione.
Sappiamo ormai che nei DSA il quoziente intellettivo è pari, se non superiore, alla media. Quello che cambia è il modo in cui si apprende, non l’intelligenza.
A parte questo tecnicismo, io penso semplicemente di aver conosciuto un genio.
Una mente brillante
Ha una mente brillante, davvero. Fin dal primo giorno, Nicola si mostra curioso: formula teorie che a volte, a un primo ascolto, sembrano strane o confuse. Allora mi domando:
“Com’è possibile che le sue intuizioni coincidano con ciò che leggo nei libri di fisica quantistica e psicologia?”
Altre idee, pur non essendo dimostrabili, seguono comunque una logica affascinante. Divertita e curiosa, predispongo un bel quaderno in cui segno tutte le sue ipotesi… giusto per essere certa di non dimenticare qualche stravaganza!
Intelligenza emotiva e resilienza
Mi colpisce profondamente anche la sua intelligenza emotiva. Abbiamo affrontato insieme anche il difficile periodo del Covid, studiando al telefono. Anche in quei momenti complicati, Nicola non ha mai smesso di impegnarsi. Certo, qualche volta ha avuto paura, ma non si è mai tirato indietro.
Abbiamo sempre ragionato insieme sul da farsi, programmando, ipotizzando, pianificando ogni passo. È stato un vero lavoro di squadra. Ma il più… ovviamente, ce lo ha messo lui!
Io indico ai ragazzi la strada, li tengo per mano, fino alla porta da aprire: quella che poi varcano da soli, con le loro gambe.
Crescita e condivisione
Negli anni successivi abbiamo lavorato tanto sull’organizzazione dello studio, costruito mappe per le materie di indirizzo. Ma non solo. Siamo cresciuti anche come persone.
Abbiamo fatto tante pause caffè insieme, come amici: momenti in cui era lui a chiedere a me come stessi, come procedessero i miei studi, la mia vita. Un’attenzione rara, che dice molto su chi è.
Nicola è dolcissimo: sempre sorridente, con la battuta pronta. A volte un po’ distratto, con la testa proiettata nel futuro – e questo gli genera ansia. Ci abbiamo lavorato su.
E poi, quante risate negli anni! Come dimenticare quando, invece di studiare, con le compagne si mettevano a fare quei “giochini da bambini dell’asilo”, come li chiamavo io ridendo. Come dimenticare quel pomeriggio in cui, aprendo la porta della stanza in cui si trovavano, ho visto con i miei occhi una colla verde spalmata sul tavolo e brillantini ovunque…
“17 e 18 anni e non sentirli proprio, eh…”
E giù a ridere insieme. Con affetto, sempre.
Non mollare mai
Eppure, nonostante tutto, Nicola non ha mai mollato: ha sempre messo cuore e impegno in ogni cosa. Mi ha sempre ascoltata.
Gli ho sempre detto:“Tu sei un genio. Farai grandi cose.”
È sempre stato affascinato dalla mente umana. Abbiamo parlato di tutto: pensiero positivo, credenze limitanti, neuroplasticità…Conversazioni profonde, che ci hanno fatto crescere entrambi.
Oggi
Oggi Nicola ha 22 anni, frequenta l’università ed è orgoglioso di sé. È al terzo anno, in linea con gli esami, e ottiene ottimi risultati.
Tutto questo dimostra che, quando credi in te stesso, con le giuste strategie, strumenti, pianificazione e amore – soprattutto – puoi raggiungere grandi traguardi.
Sono davvero fiera di lui. Lo stimo tantissimo, e so che è reciproco. Sono certa che le nostre vite continueranno a intrecciarsi ancora a lungo… e questo pensiero mi riempie il cuore di gioia e orgoglio.
Conclusione
Nicola è una delle vere icone del mio centro. Non so se lui lo sappia, ma quando lo guardo, il mio cuore si riempie di luce.
Grazie, Nicola. Per aver creduto in te. E per aver creduto in me.







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