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Storia Vera – Raffaele

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Un incontro speciale

“Lo sai che tra qualche anno ripenserai a tutto questo e tornerai a cercarmi?”

“Certo… che no!!!”

“Ma dai, lo sai che ti voglio bene, smettila.”

“Non piangere, Vale, dai, non fare così.”

Quante risate. Quante lacrime di gioia.

Raffaele ha 13 anni, ma per me è come un migliore amico. Ha una saggezza e una consapevolezza che sorprendono. Ci prendiamo in giro quando gli dico che mi vuole bene, ma poi, se gli chiedo: “Come ti chiami?”, lui risponde: “Amore mio”.

È un fratellino d’anima e, infatti, quando arriva lo saluto così: “Ammmore miooo!”. Insieme ci sentiamo a casa. Possiamo lavorare sul percorso di studi e sulla crescita personale con serenità e apertura.

Per me, il supporto scolastico è anche un percorso di vita: quando entri in relazione con un giovane e lo accompagni nella formazione, entri anche nel suo mondo. E lì servono amore, delicatezza, cuore.


L’inizio del percorso

Raffaele non applica subito tutto ciò che gli dico, ma ascolta, osserva… poi agisce.

“Ma Vale, che fai buttata per terra? Che vizio.”“Oh, Raf, sto respirando. Mi riprendo, mi state stressando oggi!”“Sì, ma capisci che non è normale trovarti buttata per terra?”“Ma fammi capire: a te cosa sembra normale qui dentro?”

È ironia, simpatia, divertimento. Lui rappresenta perfettamente ciò che ho voluto creare.

Quando arriva da me ha quasi undici anni. Sua madre mi spiega che è un bambino educato, ma facilmente distraibile. Ha una certificazione DSA e ha bisogno di supporto nei compiti, soprattutto all’inizio della prima media. Mi dice anche che a volte la sua autostima vacilla e fatica a credere in sé.


Crescita e consapevolezza

Ci conosciamo in una calda estate. Ha un viso solare e tanta voglia di raccontarsi, anche se inizialmente è un po’ timido. Iniziamo con i compiti delle vacanze: mi racconta le sue materie preferite e quelle più difficili. Si distrae, prende tempo, ma ha una dote: quando il tempo stringe, si concentra e porta tutto a termine.

Noto che fatica a pianificare e a mantenere l’attenzione. Ci lavoriamo su e, con il tempo, sviluppa strategie che riconosce da solo come efficaci. Durante le prime conversazioni cerca approvazione, ma gli ricordo con dolcezza che la persona da cui deve essere approvato… è lui stesso.

Da lì cresce il nostro rapporto: gli mostro i suoi talenti e lo aiuto a colmare le lacune. È curioso, sensibile, pronto ad accogliere. A volte prova a impressionare, ma non ne ha bisogno: lui è già tanto, così com’è.


La luce interiore

Parliamo di energia, amore, potenziale. All’inizio cerca amicizie più grandi, forse per curiosità o per sentirsi più forte. Ma io vedo in lui una luce fortissima. Ha un’intelligenza emotiva fuori dal comune: dopo un anno sembra averne due in più.

In un momento delicato della mia vita, è stato lui a chiedermi: “Vale, come stai oggi?”. Sembrava un piccolo guardiano. Parliamo spesso del rapporto con gli altri e dell’“effetto specchio”: ciò che vediamo negli altri riflette parti di noi. Lui comprende, si appassiona, vuole sapere.


Sfide e maturità

Conclude la prima media con successo. La seconda è più altalenante: è l’adolescenza. Vuole essere grande, inizia qualche discussione con i genitori, cerca autonomia.

Parliamo del bisogno di esplorare e del desiderio dei genitori di proteggere. Non è facile trovare equilibrio. Lo accompagno a comprendere entrambe le prospettive.

Superiamo insieme questo momento. Entra in terza media con più consapevolezza. È alto, maturo, sempre pronto a scherzare:

“Vale, guarda, sono più alto di te.”“Ma dai, sono ancora mezzo centimetro più alta io!” “Non piangere, accettalo. Laura, chi è più alto?” “Tu, Raf.”

Porta gioia ovunque e coltiva empatia.


La strada trovata

Un giorno mi dice: “Comunque ho deciso: voglio andare alla scuola per imparare a fare il meccanico.” Un anno prima era pieno di dubbi, ora è determinato. Arrivano gli esami: li affronta con coraggio.

Non solo ottiene la licenza media, ma porta con sé un grande bagaglio di crescita personale. Ha superato molte credenze depotenzianti, conosce i suoi punti di forza, accetta i limiti su cui lavorare.

Ha imparato a mantenere il focus. La strada è ancora lunga, ma ora ha le basi per affrontarla. Sa dove puntare: su se stesso, per diventare ogni giorno la versione più autentica di sé.

Puro amore e cuore.


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